come dare più efficacia alla sicurezza negli ambienti di lavoro

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Una tavola rotonda per parlare di gestione e mediazione dei conflitti: un’occasione per parlare di come dare più efficacia alla sicurezza negli ambienti di lavoro”. La tavola rotonda organizzata da Associazione ACTAS Associazione per la cultura e le tecnologie dell’ambiente e della sicurezza a Milano, il 18 novembre 2010, presso l’Istituto Pirelli ha visto i contributi del dottore Gian Luca Antonelli, Area Risorse Umane e Formazione di Assocarta, del professore Francesco Bacchini, ricercatore e professore incaricato di Diritto del Lavoro nella Facoltà di Economia, dell’Università Milano-Bicocca, della dottoressa Fouzia Draoua, Psicologa e consulente aziendale, della dottoressa Raffaella Garofoli, Safety Manager di Vodafone, dell’ingegnere Alberto Musa, direttore del Dipartimento “Organismi di Certificazione e Ispezione” di Accredia e dell’ingegnere Fabio Maccarelli, segretario generale e coordinatore Corsi RSPP Associazione ACTAS. Il moderatore della tavola rotonda è stato Salvatore Ippolito, giornalista.nnLa tavola rotonda è stata introdotta da un intervento da Fouzia Draoua, che ha spiegato come il metodo della “mediazione dei conflitti”, fornisca ai dei safety manager, quali sono gli RSPP, un modo per gestire delle situazioni (i conflitti) che fanno parte dell’esperienza comune nella vita di ciascun individuo e di ciascun gruppo. Situazioni spesso difficili da gestire per carenza di consapevolezza e di competenze. La risoluzione del conflitto richiede uno sforzo complessivo di adattamento da parte di tutti i soggetti coinvolti e il metodo della mediazione può contribuire a ristabilire il dialogo fra le parti attraverso un progetto di riorganizzazione delle relazioni che sia soddisfacente per tutti gli interessati.nnNel suo intervento Gian Luca Antonelli di Assocarta – l’Associazione imprenditoriale di categoria che riunisce le aziende che producono in Italia carta, cartoni e paste per carta, circa 100 imprese di dimensioni medio-grandi – ha evidenziato come, in qualità di associazione datoriale, Assocarta si trovi a gestire molteplici conflitti, in specie nei rapporti sindacali. Nell’ambito della sicurezza sul lavoro l’associazione punta sulla sensibilizzazione delle aziende nella direzione del coinvolgimento dei lavoratori. E’ con questo obiettivo che sono stati realizzati progetti multimediali, con video e pubblicazioni, ed è stato istituito un premio “Obiettivo infortuni zero” destinato alle aziende. “Un metodo – ha detto Antonelli – come la mediazione dei conflitti può aprire una nuova finestra nella gestione dei rapporti fra le parti coinvolte in azienda.”nnPortando l’esperienza di Vodafone (azienda che in Italia opera con una molteplicità di sedi e oltre 8.000 dipendenti, di cui oltre 3000 operanti nei call centre), Raffaella Garofoli ha spiegato come nella sua azienda si punti a non limitarsi a gestire gli aspetti che riguardano la salute e la sicurezza ma, più in generale, si tende a far leva sui fattori che coinvolgono il benessere organizzativo; non è un caso che in Vodafone sia stato istituito un dipartimento che è stato denominato “Health, Safety and Well-Being”. Si tende, insomma, a prevenire ed anticipare i conflitti anche attraverso una costante attenzione rivolta al benessere organizzativo e agli aspetti sociali del lavoro e con l’ascolto sistematico delle esigenze, utilizzando strumenti quali le indagini di clima, il progetto “noi lab” – una sorta di social network che opera nell’ambito della intranet aziendale -, i programmi di sostegno per il personale. A ciò si agigungono gli incentivi economici, la flessibilità del tempo di lavoro, l’istituzione di asili nido aziendali o convenzionati, le navette per il trasporto dei dipendenti.nnNel suo intervento Alberto Musa di Accredia, l’organismo di accreditamento italiano che ha preso il posto di Sincert e Sinal, ha messo in evidenza come i professionisti che si occupano di certificazione possano portare un contributo attivo al fine di minimizzare le occasioni di conflitto. In particolare ha portato l’esempio dei sistemi di gestione (in cui è importante che siano richieste le cose essenziali e di effettiva importanza e motivarne l’utilità) e degli Audit, occasioni di potenziali conflitti, durante i quali è sempre importante mantenere un atteggiamento oggettivo, focalizzando la discussione sui fatti e motivando i perché degli eventuali rilievi.nnDa parte sua Francesco Bacchini ha sottolineato come l’Unione europea abbia previsto il coinvolgimento delle parti sociali nel processo di formazione delle normative europee in materia di lavoro e abbia posto l’accento anche sul ruolo delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro, con il diritto delle stesse ad essere consultate sul possibile orientamento dell’azione comunitaria, per avviare eventualmente un confronto negoziale sul tema utile a raggiungere un accordo che potrà quindi poi essere attuato mediante direttiva. Si è così realizzata una forma di concertazione tripartita istituzionale (definita “dialogo sociale europeo”), in cui il ruolo delle contrapposte organizzazioni sindacali assume rilievo anche nella fase della trasposizione delle direttive nell’ordinamento interno degli Stati membri, potendo tale recepimento essere affidato alla contrattazione collettiva.nnIn Italia, il campo della sicurezza sul lavoro non dovrebbe essere terreno di elezione per il conflitto giuridico, in quanto le norme sono chiaramente definite e, almeno in linea di principio, sicurezza e salute sono obiettivi comuni e condivisi di lavoratori e datori di lavoro. Esistono, però, potenziali situazioni di conflitto collegate, ad esempio, al diritto degli RLS di ricorrere agli Organi Esterni di Vigilanza oppure alla gestione dei risultati della sorveglianza sanitaria. Inoltre, la legge prevede un ruolo importante degli Organismi Paritetici per quanto riguarda la composizione delle controversie.nnMa la questione più importante da risolvere è lo iato che esiste fra quanto dichiarato nel decreto 81 e la realtà: si pensi alle modalità con cui è spesso attuata la consultazione degli RLS o allo svolgimento della riunione periodica di prevenzione e protezione. Sostanzialmente occorre, ha concluso Bacchini, che il mondo degli RSPP esca dalla condizione “ancillare” nella quale in gran parte si trova.nnI lavori sono stati conclusi da Fabio Maccarelli, che ha spiegato come le attività di Actas tendano a potenziare la capacità gestionale dei Responsabili del SPP, ragione che ha portato all’organizzazione della tavola rotonda sulla mediazione dei conflitti. Un metodo importante nello specifico contesto dei luoghi di lavoro, in particolare quando si tratta di definire gli ambiti di responsabilità e di influenza dei vari ruoli: si pensi, per esempio, alla definizione di modelli organizzativi e sistemi di gestione che si vogliono sempre più efficaci per la sicurezza e la salute sul lavoro. Ha quindi presentato la sede di Actas di Milano, coordinata dall’ingegner Fiorenzo Pietrobono, al quale è stata affidata la realizzazione della decima edizione del corso di formazione “Il Nuovo RSPP”.nnI corsi di Actas, che sono arrivati alla decima edizione, hanno visto la partecipazione di oltre 200 persone. Di queste, il 40% è rappresentato da liberi professionisti e il 60% da dipendenti, questi ultimi impiegati in quasi tutti i settori produttivi, dall’industria all’edilizia, al commercio e artigianato, alla scuola e pubblica amministrazione, alla sanità e servizi sociali. Il corpo docente è composto da una decina di professionisti che nei questionari di valutazione compilati dai partecipanti ai corsi hanno raggiunto una valutazione media superiore a 8,5 su 10.nnMaccarelli ha infine ricordato che a Milano, nei giorni del 9,10, 23 e 24 febbraio 2011, si terrà la terza edizione del corso per “Progettisti di sistemi di gestione sostenibili – Sicurezza sul lavoro e responsabilità amministrativa dell’impresa”. L’obiettivo del corso è fornire ai partecipanti gli strumenti operativi per la progettazione e l’implementazione di sistemi di gestione per la sicurezza e la salute sul lavoro conformi allo standard BS OHSAS 18001 e dei modelli di organizzazione, gestione e controllo da attuare per la prevenzione di reati attinenti al tema, presupposto della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in base al d. lgs. 231/2001 e all’art. 30 del d.lgs. 81/2008.

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