DIFFERENZE DI GENERE, ETA’, PROVENIENZA DA ALTRI PAESI…

differenze di genere, età...Nella valutazione dei rischi generalmente si ragiona in termini di «lavoratore standard»: lavoratore maschio adulto, di mezza età, di media corporatura, in salute, madrelingua.
Ciò può portare ad una situazione non obiettiva e parziale se si considerano invece i lavoratori che ricadono al di fuori di tali «limiti standard». In fase di progettazione di strumenti ed attrezzature si progetta al 95% percentile, ad esempio quando si calcolano peso e statura. Ciò significa che il 5% delle persone non rientrano nei parametri adottati ed hanno quindi difficoltà nel trovare misure adatte a loro in termini di dotazioni di protezione, postazioni e piani di lavoro.
Art. 28 D. Lgs. 81/08 e s.m.i.
Oggetto della valutazione dei rischi
La valutazione di cui all’art. 17, c. 1, lett. a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavorativo … quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza … nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.
Non tutti i lavoratori sono esposti agli stessi rischi. L’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro individua 6 categorie di lavoratori esposti a maggiore rischio:
1. lavoratori immigrati
2. lavoratori disabili
3. lavoratori giovani
4. lavoratori anziani
5. donne
6. lavoratori temporanei.
Il rischio ricollegabile alle differenze di genere, età, alla provenienza da altri paesi e alla tipologia contrattuale.
Attribuire la debita importanza alle questioni della diversità e assumere un impegno concreto al riguardo.
Considerare la diversità della forza lavoro una ricchezza (e non un problema).
Prendere in considerazione l’intera forza lavoro.
Tenere conto delle necessità di tutte le categorie che compongono la forza lavoro nella fase di progettazione e di pianificazione, invece di trovarsi a dover introdurre adeguamenti in caso di assunzione di lavoratori disabili, anziani o immigrati.
Fornire agli incaricati della valutazione dei rischi, ai dirigenti e ai supervisori, ai rappresentanti per la sicurezza ecc. una preparazione e le informazioni pertinenti sulle questioni legate alla diversità in relazione ai rischi in termini di salute e di sicurezza.
Fornire a tutti i lavoratori una formazione adeguata sulla sicurezza e la salute sul lavoro; elaborare materiali di formazione su misura in base alle necessità e alle specificità dei lavoratori.
Una valutazione dei rischi improntata all’inclusione deve adottare un metodo partecipato, che coinvolga i lavoratori interessati e sia basato su un esame della situazione effettiva di lavoro.
Una valutazione dei rischi per le categorie di lavoratori maggiormente esposti, che elimini i rischi e affronti i pericoli all’origine, va a vantaggio di tutti i lavoratori indipendentemente dall’età, dal genere, dalla nazionalità e dalle caratteristiche fisiche. Alcuni esempi di misure che potrebbero avvantaggiare l’intera forza lavoro:
– adeguamenti dei locali e delle postazioni di lavoro, per esempio installando rampe di accesso, ascensori, interruttori di illuminazione e scalini bordati di una vernice chiara, ecc.
– adozione di strumenti più ergonomici (adattabili alle specificità di ciascun lavoratore indipendentemente dalla statura e dalle caratteristiche). In tal modo il lavoro o il compito possono essere svolti da una gamma più ampia di lavoratori (donne, lavoratori anziani, persone di bassa statura ecc.), per esempio rendendo necessaria una minore forza fisica;
– fornitura di tutte le informazioni in materia di salute e di sicurezza in formati accessibili (allo scopo di renderle più comprensibili ai lavoratori immigrati).
Vi sono fattori che possono incidere sul livello di rischio, indipendentemente dal grado di esposizione, che può essere uguale tra maschi e femmine.
Differenze possono esistere:
Rispetto all’accesso al lavoro
Rispetto al contenuto del lavoro
Rispetto alle conseguenze lesive del lavoro
Rispetto all’efficacia della prevenzione.
Analisi del personale aziendale per sesso, per età e Paese di provenienza, forma contrattuale.
Analisi dei processi produttivi, delle mansioni e delle esposizioni.
Valutare come uno stesso agente può agire diversamente sull’uomo e sulla donna (da informazioni scientifiche disponibili).
Valutare l’eventuale presenza di atteggiamenti discriminatori nei confronti delle donne e l’impatto discriminatorio che certe scelte aziendali possono comportare.