DPI Anticaduta

Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva

Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva

Attrezzatura destinata a fissare una persona ad un punto d’ancoraggio in modo da prevenire le cadute dall’ alto o ad arrestarle nelle condizioni di sicurezza.
Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva, è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, quali i seguenti:
a) assorbitori di energia;
b) connettori;
c) dispositivo di ancoraggio;
d) cordini;
e) dispositivi retrattili;
f) guide o linee vita flessibili;
g) guide o linee vita rigide;
h) imbracature.
Il sistema di protezione, certificato per l’uso specifico, deve permettere una caduta libera non superiore a 1,5 m o, in presenza di dissipatore di energia a 4 metri.
Il cordino deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a parti stabili delle opere fisse o provvisionali.
COMPOSIZIONE DI UN DPI ANTICADUTA
1. Imbracatura
• Con bretelle e cosciali quando vi è pericolo di caduta
• A vita, per posizionamento, sul lavoro (cintura)
2. Collegamenti con l’operatore
• Fissi (cordino con moschettone), Scorrevoli (su fune o su cavo), Regolabili o retrattili
3. Elementi di collegamento
• Moschettoni, ganci e pinze
4. Punti di ancoraggio
• Fissi, Mobili
ISTRUZIONI OPERATIVE
I lavoratori che lavorano in quota con rischio di caduta dall’alto devono essere sempre formati e addestrati al corretto utilizzo dei dpi anticaduta (terza categoria)
• I dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto, sia in uso che conservati in magazzino, dal momento del loro primo utilizzo devono essere sottoposti a verifica ogni 12 mesi.
• L’obiettivo della verifica periodica è di:
o Accertarsi del buon stato di conservazione dei dispositivi di protezione individuale, al fine di rilevare per tempo utile tutti i difetti suscettibili di alterare il livello di sicurezza o di protezione richiesto o di causare situazioni pericolose per gli utilizzatori. Questa verifica riguarda in particolare lo stato generale delle cuciture e delle modalità di  fissaggio dei sistemi ad esse collegabili.
o Ogni imbracatura deve essere accompagnata da un manuale di istruzione redatto nella  lingua del paese in modo accurato e comprensibile.
o Adottare tutte le misure necessarie affinché, alla scadenza della durata di vita o della data di estinzione dei DPI (stabilita dal produttore) i dispositivi vengano dimessi e non siano più utilizzati
o Verificare il rispetto delle istruzioni relative alla conservazione e alla manutenzione del  DPI conformemente alle raccomandazioni del fabbricante.
• Il lavoratore dovrà ispezionare mediante controllo visivo, tutto l’equipaggiamento prima e dopo l’uso.
• Il lavoratore dovrà inoltre ispezionare anche la parte interna degli equipaggiamenti, dove ne è possibile l’accesso.
• Il lavoratore dovrà segnalare immediatamente qualsiasi difetto o inconveniente rilevato nel corso dell’ispezione di ogni DPI che compone il sistema di arresto caduta.
• Il progettista deve prevedere il posizionamento dei dispositivi di ancoraggio, valutando la solidità del solaio ed eventuali zone a rischio di caduta su balconi, terrazzi, vicini all’impianto di ancoraggio.
• Gli ancoranti devono essere progettati e costruiti in modo tale che i carichi ai quali vengono assoggettati durante l’uso non producano i seguenti inconvenienti:
o crollo di una parte o dell’intera opera;
o deformazioni considerevoli fino ad un grado inammissibile;
o danni ad altre parti dell’opera o ad allestimenti o ad apparecchiature causati dalla deformazione della struttura portante;
o danni per un evento di dimensioni sproporzionate rispetto alla causa originaria.
• Gli ancoranti installati devono resistere ai carichi di progetto di trazione, di taglio e di taglio-trazione, ai quali essi sono soggetti per una presunta vita utile, fornendo:
o una adeguata resistenza al cedimento (stato limite ultimo);
o adeguata resistenza agli spostamenti (stato limite di servizio).
• La fase di installazione degli ancoraggi deve avvenire in condizioni di sicurezza
• I punti di ancoraggio, quando possibile, devono essere posizionati sempre più in alto del punto di aggancio sull’imbracatura per limitare lo spazio di una eventuale caduta. Ancoraggi posti al di sotto del livello dell’imbracatura determinano spazi di caduta libera maggiori.
• La corretta installazione degli ancoranti deve essere realizzata in normali condizioni di cantiere con l’attrezzatura specificata dal produttore, senza provocare danni che possano influenzare negativamente il loro comportamento in servizio. L’installazione deve essere praticabile a normali temperature ambientali (tra – 5° e + 40 °).
• Durante l’installazione di punti di ancoraggio agganciare i propri DPI (imbracatura e cordino) a strutture portanti dell’edificio, oppure utilizzare dispositivi di ancoraggio portatili definiti dalla norma UNI EN 795/2002, classe B.
• Il passaggio da un ancoraggio all’altro nella fase di lavoro o il primo aggancio nella fase di accesso in quota, deve avvenire evitando che l’operatore non risulti agganciato o protetto.
• Possono essere previsti più punti di ancoraggio, anche di tipologia diversa, da utilizzare contemporaneamente e sequenzialmente per garantire le migliori condizioni di trattenuta dell’operatore.
• Gli ancoraggi devono essere sottoposti a prove di resistenza con la metodologia indicata nelle norme tecniche di riferimento.
• La vita utile di un ancorante deve essere comparabile con quella dell’elemento da fissare.
• Le linee guida ETAG 001/ TR 029  presuppongono che la vita lavorativa di un ancorante per un uso previsto, sia almeno di 50 anni. L’indicazione sulla vita utile di un ancorante “non può essere interpretata come una garanzia del produttore, ma deve essere considerata solo un elemento di scelta dell’ancorante in relazione alla vita utile economicamente ragionevole dell’opera”.
• Il progettista della linea vita deve prevedere il posizionamento dei dispositivi di ancoraggio, valutando la solidità del solaio ed eventuali zone a rischio di caduta su balconi, terrazzi, vicini all’impianto di ancoraggio.
• La distanza tra i punti di ancoraggio di estremità e l’installazione di eventuali ancoraggi intermedi devono essere indicate nel manuale informativo del costruttore.
• I binari di scorrimento, al fine di evitare il distacco accidentale del carrello, devono essere dotati di dispositivo di fine corsa posizionato in corrispondenza di uno dei punti di ancoraggio terminali.
• L’aggancio al carrello è consentito esclusivamente con cordini muniti di assorbitore di energia conforme alle UNI EN 355 e imbracatura a norma UNI EN 361.
• Nel caso sia posizionato lontano dal punto di accesso, si deve prevedere l’installazione di ganci o linee guida supplementari per l’ancoraggio dell’operatore lungo il percorso di collegamento dal punto di accesso alla linea vita.
• La linea vita deve essere progettata affinché il soggetto non abbia una caduta libera superiore a 1,5 metri, considerando il fatto che, in relazione alla tipologia di assorbitori e all’allungamento fisico/metallico del sistema sollecitato, lo spazio di arresto sarà superiore.
• Il progettista, oltre alla presentazione degli elaborati grafici che rappresentano la prima parte del progetto, è tenuto a verificare, mediante calcoli, la resistenza della struttura di supporto utilizzata per valutarne la capacità di sopportare i carichi indotti da un’eventuale caduta di un operatore. Qualora non siano note le “caratteristiche tecniche dell’elemento costituente la struttura portante, è necessario realizzare, a parte, delle prove di resistenza statica e dinamica su un campione di struttura con un campione di ancoraggio” (UNI EN 795).
• Il montaggio della linea vita deve avvenire nel rispetto delle misure di prevenzione degli infortuni secondo quanto previsto dall’ Art. 115 del D. Lgs. 81/08 come integrato dal D.Lgs.106/09 e secondo quanto indicato dalla norma di riferimento UNI EN 795:2002, che specifica “i requisiti, i metodi di prova e le istruzioni per l’uso e la marcatura di dispositivi di ancoraggio progettati esclusivamente per l’uso con dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto.
• Gli  installatori devono essere adeguatamente formati e in grado di dimostrare al committente le proprie competenze, ossia devono essere a conoscenza delle peculiarità che caratterizzano il sistema anticaduta, delle problematiche che potrebbe incontrare e delle soluzioni da adottare.
• Il montatore della linea vita deve prestare la massima attenzione ai seguenti aspetti:
o attenersi strettamente alle prescrizioni del progetto fornito dal progettista;
o attenersi alle specifiche di montaggio riportate sul manuale tecnico del prodotto;
o verificare e controllare che le caratteristiche strutturali previste dal progetto siano reali;
o verificare la qualità del materiale utilizzato per il montaggio.
• Gli installatori di linee vita devono rilasciare, al termine dell’installazione del sistema anticaduta, la Dichiarazione di corretto montaggio, con la quale dichiarano di avere eseguito il lavoro a regola d’arte. E’ necessario, quindi, dedicare tempo all’aggiornamento e alla formazione in modo tale da accrescere costantemente le proprie conoscenze relative all’argomento Linee Vita.