Protezione antincendio

antincendio protezione

La protezione antincendio

La protezione antincendio comprende tutte le misure da attuare al fine di limitare i danni alle persone ed alle cose derivanti dallo sviluppo di un incendio; essa consiste nella protezione:
statica (o passiva)
dinamica (od attiva)
La protezione passiva riguarda:
– la resistenza al fuoco delle strutture
– le compartimentazioni
– le distanze di sicurezza antincendio.
La “resistenza al fuoco” era definita (DM 30 novembre 1983: “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”) come: “… l’attitudine di un elemento costruttivo – sia esso componente o struttura – a conservare, secondo un programma termico prestabilito e per un certo tempo, la stabilità (indicata con il simbolo R), la tenuta (indicata con il simbolo E) e l’isolamento termico (indicato con il simbolo I).” Analizzando questa definizione più in dettaglio, la normativa citata stabiliva:
• la stabilità R è l’attitudine di un elemento da costruzione a conservare la propria resistenza meccanica sotto l’azione dell’incendio;
• la tenuta E è la capacità di un elemento da costruzione di non lasciar passare (né tantomeno produrre)
fiamme, vapori o gas caldi dal lato esposto a quello non esposto;
• l’isolamento I è l’attitudine di un elemento costruttivo a ridurre, entro determinati limiti, la trasmissione del calore.
Il DM 9 marzo 2007 apporta alcuni aggiornamenti (in parte formali) alla definizione di resistenza al fuoco, che viene ricompresa nelle seguenti:
• la “capacità di compartimentazione in caso d’incendio” definita come “attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, oltre alla propria stabilità, un sufficiente isolamento termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione, nonché tutte le altre prestazioni se richieste”;
• la “resistenza al fuoco” definita come “una delle fondamentali strategie di protezione da perseguire per garantire un adeguato livello di sicurezza della costruzione in condizioni d’incendio. Essa riguarda la capacità portante in caso d’incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento strutturale nonché la capacità di compartimentazione rispetto all’incendio per gli elementi di separazione sia strutturali, come muri e solai, sia non strutturali, come porte e tramezzi”.
La sigla REI è seguita da un numero, che esprime il tempo, in minuti primi, per i quali un elemento da costruzione – o una porta – conserva le caratteristiche di stabilità, tenuta e isolamento termico, dal momento in cui è stato sottoposto all’azione del fuoco .
Questo elemento è di grande importanza, in quanto fornisce l’indispensabile riferimento per poter valutare la compatibilità tra la resistenza al fuoco di una determinata struttura di un edificio ed il carico d’incendio presente all’interno di questo.
Carico d’incendio
Il valore del carico d’incendio per un determinato locale, piano o struttura edilizia viene effettuato con il metodo previsto dal DM 9 marzo 2007; viene determinato il carico d’incendio dei vari compartimenti, considerando i quantitativi di materiale combustibile presente all’interno degli stessi, risultanti da una analisi dei carichi termici. Si definiscono:
carico d’incendio: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Il carico d’incendio è espresso in MJ; convenzionalmente 1 MJ è assunto pari a 0,054 chilogrammi di legna equivalente.
carico d’incendio specifico: carico d’incendio riferito all’unità di superficie lorda in MJ/m2.
carico d’incendio specifico di progetto: carico d’incendio specifico corretto in base ai parametri indicatori del rischio d’incendio del compartimento e dei fattori relativi alle misure di protezione presenti. Costituisce la grandezza di riferimento per le valutazioni della resistenza al fuoco delle costruzioni.
Compartimentazioni
Le compartimentazioni delle strutture edilizie comprendenti: le partizioni orizzontali (solai), le partizioni verticali (pareti divisorie) e le porte; sono elementi costruttivi aventi caratteristiche di resistenza al fuoco predeterminate che vengono realizzate (od installate), in funzione delle esigenze di prevenzione incendi e che permettono:
– il contenimento della propagazione dell’incendio (ovvero ne ritardano la diffusione) in un’area circoscritta, fornendo alle persone presenti la possibilità di raggiungere senza pericoli luoghi sicuri od aree a cielo aperto;
– adeguata protezione alle vie di esodo, con particolare riferimento alle scale di emergenza (scale “protette”, “a prova di fumo”).
Distanze di sicurezza antincendio
Per distanza di sicurezza antincendi, s’intende la distanza orizzontale tra una zona con potenziale rischio d’incendio ed un’altra zona. Tali distanze sono di notevole importanza per la predisposizione di un’opportuna prevenzione incendi, specialmente in aree ad elevato rischio d’incendio, in quanto impediscono, o riducono, la possibilità che un incendio, sviluppatosi in una zona di lavoro (struttura edilizia, macchinario od impianto) si estenda in aree confinanti ad essa.
Sono definite distanze di sicurezza antincendi:
interne:
tra locali distinti ma appartenenti alla medesima attività ed alla stessa struttura edilizia;
tra edifici distinti ma appartenenti alla medesima attività;
esterne:
tra edifici appartenenti ad un’attività e altri edifici ove vengono svolte altre attività;
di protezione:
tra edifici appartenenti alla stessa attività e il confine perimetrale dell’attività.
La protezione attiva riguarda:
– le azioni che deve porre in essere il personale addetto alla gestione delle emergenze.
– le attrezzature di lotta agli incendi (estintori, idranti ecc.)
– i sistemi e gli impianti antincendio (impianti antincendio fissi, dispositivi di allarme antincendio ecc.).