Dalla prassi di riferimento alla norma tecnica sull’asseverazione

 Articolo tratto dal documento “A proposito di sicurezza sul lavoro” a cura di Giovanni Miccichè – Funzionario Tecnico Direzione Normazione UNI

La prassi di riferimento che fornisce indirizzi operativi per il rilascio dell’asseverazione prevista dall’art.51 del DLgs 81/08 e s.m.i. in materia di sicurezza sul lavoro nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile, sta esaurendo il suo tempo. Infatti tra pochi mesi, a febbraio 2018, scadranno i cinque anni di durata previsti per la prassi, durante i quali è stato e sarà possibile verificare concretamente le soluzioni adottate per asseverare le imprese che fanno richiesta alla rete della bilateralità edile che, ricordiamo, è disciplinata dalla contrattazione collettiva stipulata dalle Associazioni imprenditoriali e sindacali di categoria. Per avviare l’attività asseverativa, la CNCPT ha organizzato specifici corsi di formazione, in accordo e collaborazione con INAIL, per i tecnici chiamati a valutare la corretta implementazione ed efficace attuazione dei MOG (Modelli di organizzazione e gestione). Ciascun professionista coinvolto (sono stati 84 in tutto), ha frequentato 120 ore di corso in aula e 4 ore di esame finale; ciò a ulteriore garanzia della trasparenza e omogeneità sull’intero territorio nazionale, nell’applicazione delle procedure asseverative previste dalla prassi. Inoltre sono stati 350 i componenti le Commissioni paritetiche tecnicamente competenti che hanno partecipato ai seminari informativi promossi a livello nazionale e interregionale, ottenendo l’abilitazione ad operare, cioè a rilasciare gli attestati asseverativi alle imprese richiedenti. Non è ancora tempo di bilanci conclusivi sul lavoro fatto, perché mancano otto mesi, escludendo eventuali brevi proroghe, alla scadenza della prassi, ma è indubbio che occorra uno sforzo maggiore e generalizzato per incentivare l’adozione dei MOG, in un settore così frammentato e diffuso nel quale tale scelta, in tempi ancora duri a causa della crisi, appare lontana dalle priorità aziendali. Infatti, il vero limite riscontrato durante questi anni che potremmo definire come sperimentali della prassi, non risiede nella procedura asseverativa adottata, bensì nella mancanza dei presupposti “a monte”, cioè l’esistenza di un MOG dell’impresa, che è di impedimento alla disponibilità della rete bilaterale ad assolvere al proprio ruolo di “asseveratore”. Allora la vera domanda da porsi è cosa fare per favorire una diversa cultura della sicurezza che, oltre all’adeguamento tecnico indispensabile, ponga al centro delle modalità lavorative la partecipazione di tutte le componenti aziendali, secondo l’assunto che lavoro e sicurezza sono le due facce della stessa medaglia. Finora soltanto l’INAIL ha indicato una prima possibile strada tramite il riconoscimento nel bando ISI dei MOG e della UNI/PdR 2:2013 e l’inserimento dell’Asseverazione tra i fattori che determinano il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene del lavoro dando luogo alla riduzione del tasso di premio applicabile all’azienda con il modello OT24; ma non basta, se anche in altri luoghi, ad esempio nei bandi di gara, non viene prevista un’adeguata valorizzazione dell’asseverazione. Quando, nei pochi casi sin qui registrati, le stazioni appaltanti hanno previsto elementi premianti per le aziende in possesso di asseverazione del proprio MOG, si è verificato un aumento delle domande all’organismo paritetico del luogo interessato; persino da altri settori produttivi sono pervenute richieste, che non è stato possibile evadere, naturalmente, essendo la nostra una bilateralità di settore, in presenza di bandi di gara che richiedevano il requisito dell’asseverazione. Il numero delle imprese asseverate è ancora troppo basso per poter elaborare statistiche significative tali da consentire valutazioni conclusive di valenza generale. La procedura costruita sotto la guida di UNI non si contrappone, ma anzi si integra con la certificazione: infatti nel caso di azienda certificata vengono ritenuti validi anche ai fini asseverativi gli audit effettuati dagli enti di certificazione. Eppure se si considera l’universo delle imprese operanti nel settore, il numero di quelle che si dotano di un sistema di gestione della salute e sicurezza sia per la certificazione OHSAS 18001 che per l’asseverazione, è veramente troppo basso. Nonostante queste indubbie difficoltà che si sommano con quelle politiche sulla “natura” degli organismi paritetici, che vede in campo prese di posizione articolate di tutte le componenti imprenditoriali e sindacali, vista la legittima preoccupazione di non dare spazio a forme discutibili di bilateralità, la CNCPT (Commissione nazionale paritetica per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro) ha ufficialmente e formalmente richiesto all’UNI, di avviare l’iter per la trasformazione in norma, dell’attuale UNI/PdR 2:2013, con la consapevolezza che la procedura in vigore, per l’esperienza maturata dai CPT, non ha bisogno di modifiche sostanziali. Il varo di una norma tecnica di settore, consentirebbe di uscire dalla provvisorietà attuale, potendo così il sistema dei CPT, garantire alle imprese che già hanno ottenuto l’attestato di asseverazione e a quelle che lo richiederanno, la continuità del riconoscimento per i vantaggi che ne derivano in termini di riduzione degli infortuni e per le possibili conseguenti opportunità connesse alla programmazione da parte degli organi di vigilanza, delle attività ispettive e in caso di incidente grave, gravissimo o mortale sul lavoro.

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